top of page

Cenni storici

Quello di Imola, intitolato ad “Ebe Stignani”, è un raro esempio di teatro a pianta ellittica esistente in Italia; ma non solo, particolarità nella particolarità, è ricavato all’interno di una chiesa gotica, la chiesa superiore di San Francesco realizzata nel XIV° secolo e requisita, insieme a gran parte dei beni ecclesiastici, in epoca napoleonica. La chiesa era realizzata sul lato Sud del chiostro del convento dei frati francescani. Lunga 50 metri, larga 18 ed altrettanto alta, era a navata unica con abside ad Est a cinque lati (ancora quasi intatto all’esterno) di cui si può ammirare il magnifico coronamento di copertura. Il tetto era a due falde e poggiava su 17 capriate a doppia catena con luce libera di ben quindici metri. Ai due lati della navata della chiesa inferiore erano invece realizzati due ambulacri che si affacciavano l’uno sulla via Emilia, a Sud a formare un portico, e l’altro sul cortile interno a Nord. Nel 1810 i “Signori Associati”, acquistano dalla Direzione Demaniale la chiesa oramai soppressa di San Francesco per trasformarla in teatro; la vendita dei palchi servì a sostenere l’impresa. Il progetto venne affidato a Giuseppe Magistretti, architetto imolese, che lo realizzò in due anni terminandolo nel 1812. Con un’operazione tanto geniale quanto apparentemente semplice, Magistretti realizza il nuovo teatro romantico, ricco di ori e di velluti, a pianta ellittica tagliando i due pilastri della quarta campata e scaricando poi le spinte conseguenti attraverso due grandi arconi simmetrici posti tra i pilastri della terza e della quinta campata, come ben si vede ancor oggi dalla via Emilia e dal cortile interno. L’opera di Magistretti è splendidamente documentata con una sua planimetria a colori, conservata presso la Biblioteca Comunale di Forlì, e con tre sue tavole, anch’esse colorate, conservate all’Archivio di Stato di Milano, che rappresentano rispettivamente la facciata e lo spaccato trasversale, lo spaccato longitudinale, tre piante ai piani: terra, primo e secondo del “Nuovo Teatro della Citta di Imola nella soppressa chiesa di S. Francesco”. L’ellisse che definisce la sala è una figura perfetta con asse da 16,60 metri in direzione Est-Ovest e 11,40 metri in direzione Nord-Sud, contornato da tre ordini di 19 palchi e soprastante galleria. Il progetto della facciata era caratterizzata, al primo ordine, arretrato rispetto al secondo, da un grande arco sull’ingresso principale affiancato da due simmetrici più piccoli ai lati e da tre grandi finestre con lunette sulla sala del ridotto, al secondo ordine, con quattro lesene e timpano superiore sormontato da tre figure ai vertici.

 

Gli interventi “2007-2011” per la messa a norma e la sicurezza, gli interventi di riassetto funzionale, di restauro e di abbattimento delle barriere architettoniche.

Il primo Giugno 2004 il Teatro “Ebe Stignani” chiude per realizzare le opere preliminari di bonifica dall’amianto che ha interessato la totalità delle strutture lignee di copertura, dalle principali fino ai più minuti travicelli ed arellati, e della volta di sala, intervento indispensabile per avviare successivamente il recupero complessivo dell’edificio. Tra il 2007 e il 2011 è stato portato a termine il Restauro integrale di tutte le parti e gli ambienti che compongono il complesso degli edifici costituenti il Teatro “Stignani”: il corpo ottocentesco del teatro storico, l’edificio della biglietteria, gli uffici, i camerini, e il nuovo corpo di collegamento che si inserisce tra questi.

 

Il progetto si è posto l’obiettivo prioritario di “riportare” il teatro alle condizioni di sicurezza (sotto i vari profili: antincendio a tutela delle persone e dei beni, impiantistico, strutturale ecc.) prescritte dalle normative per le strutture teatrali e dalla legislazione vigente, nel rispetto degli elementi storico-architettonici che il pregevole edificio presenta, ottenendo nel contempo: l’abbattimento delle barriere architettoniche non solo per la fruizione da parte di persone diversamente abili che devono utilizzare sedie a ruote, ma anche per una più agevole accessibilità ai vari piani del teatro da parte di tutti; il riassetto funzionale di parti dell’edificio ( spazi di servizio, vie di fuga, percorsi, uffici, servizi igienici ecc. ); il restauro conservativo degli elementi storico-architettonici, pittorici e decorativi presenti; il rinnovo della “macchina scenica” teatrale e dei suoi arredi . Si è trattato di un progetto complesso su di un edificio, o meglio su un insieme “articolato” in più parti, edifici di epoche diverse e trasformati in relazione alle funzioni assolte, connessi funzionalmente tra loro a formare la struttura teatrale così come è giunta fino a noi: la chiesa francescana inferiore e superiore  -  poi teatro [‘300 – ‘800]; Il portico [‘800]; parte dell’ala Ovest dell’ex convento francescano (ora biglietteria con sovrastanti sala della caffetteria e sala attigua al ridotto ai piani primo e secondo) . Il recente edificio degli anni ‘70 contenente gli uffici e i camerini degli attori, ricavato entro l’area di quello che fu il cortile del convento, a ridosso della parete Nord della chiesa. La struttura di collegamento orizzontale tra la biglietteria e gli uffici, le scale dei camerini e del loggione con i sovrastanti servizi igienici. La conseguente pregevolezza formale e la rilevanza storico – architettonica delle parti risulta anch’essa differenziata e articolata e va dalla maestosità e raffinatezza della chiesa trecentesca– teatro ottocentesco fino alle modeste strutture di servizio contenenti i servizi igienici, degli anni ’70, connotate da una certa povertà formale ed anche strutturale, passando per la dignitosa sobrietà del edificio per gli uffici e i camerini. Gli interventi contemplati dal progetto sono stati dunque formulati nelle loro modalità operative partendo dagli obiettivi posti a base del progetto stesso, mettendo questi a confronto con la “lettura” dei caratteri storico - architettonici e stilistici qui descritti nella loro articolazione. Il teatro è ora dotato di 468 posti a sedere (sala + palchetti + galleria) oltre che a 99 posti a sedere nella sala del ridotto (fruibili anche in contemporanea con gli altri 468) per un totale di 567 sedute per il pubblico. Dalla sala del ridotto è possibile assistere allo spettacolo teatrale attraverso la proiezione audio-video in alta definizione tramite la connessione tra sala, palcoscenico, e regia.

 

Il progetto dunque ha previsto [in estrema sintesi]:

Il consolidamento delle strutture lignee di copertura prima completamente inadeguate, attraverso l’inserimento di capriate in acciaio.

La messa in opera di nuovi impianti di trattamento aria e climatizzazione per gli ambienti della sala, palchetti, sala del ridotto e spazi annessi, al fine di ottenere un adeguato comfort ambientale sia in estate che in inverno. Il riscaldamento ed il raffrescamento sono stati realizzati utilizzando fluidi caldi e fluidi freddi prodotti dal sistema di tele-riscaldamento e tele-raffrescamento di “HERA Spa” con macchine remote non in ambiente, lontane dalla struttura teatrale.

Il restauro strutturale delle volte leggere in arellato e cannicciato e gesso.

Particolare complessità ha costituito l’operazione di consolidamento delle strutture a volta dei corridoi e dei palchi ai tre ordini e della galleria. Si tratta di voltine in mattoni di spessore 3 cm con sovrastante un sottofondo di modestissimo spessore e pavimento “alla veneziana”.  Lungo i corridoi dei palchi doveva passare, all’interno dei sottofondi in prossimità delle reni, un’importante rete impiantistica elettrica e speciale che non poteva avere un percorso alternativo. Lo spazio a disposizione per il consolidamento risultava pertanto minimo, non più di 2 cm di spessore in chiave. Si è pertanto optato per l’applicazione all’estradosso di compositi in “matrice” di calce che consentissero, da una parte, di ottenere il sovraccarico utile netto di 600 kg./mq., trattandosi di spazi a disposizione del pubblico, dall’altra, potessero rispettare la condizione di resistenza al fuoco R90 per le strutture portanti, in relazione alla classificazione dell’edificio adibito a pubblico spettacolo, e nello stesso tempo, lasciassero uno spessore, peraltro molto esiguo, per il passaggio degli impianti a pavimento previsti. Soluzioni analoghe, con l’uso di compositi, sono state applicate ai parapetti dei palchi e della galleria ed al solaio a copertura della galleria stessa.

La protezione passiva dal fuoco degli elementi strutturali e la dotazione di specifici elementi separanti e compartimentazioni antincendio, e la protezione attiva attraverso la realizzazione di appositi impianti e dotazioni antincendio con la realizzazione di adeguate vie di fuga.

All’interno del cortile tra la Biblioteca ed il Teatro è stato realizzato un nuovo corpo di collegamento, con involucro a “facciata continua” in metallo e vetro, al posto di quello preesistente in muratura, che connette la biglietteria su via Verdi alle scale che portano alla sala, al loggione ed anche agli uffici e ai camerini.  Attraverso questa struttura estremamente trasparente (di tre piani: 1°, 2° ed interrato) si è reso visibile il chiostro dell’antico convento già dalla via Verdi, aprendo sempre più la visuale a mano a mano che si procede all’interno della biglietteria verso le scale.

In sotterraneo, al di sotto della biglietteria esistente e del nuovo corpo di collegamento, 5 metri al disotto della quota della via Emilia, sono stati ricavati i vani tecnici e i nuovi servizi igienici della struttura. (Al 2° livello sono posizionati quelli dedicati ai disabili privi di barriere architettoniche).

Una sobria e minimale “torre ascensore” a pianta quadrata, collocata all’interno del cortile e dello stesso corpo di collegamento, ha messo in comunicazione i livelli accessibili della struttura, sia per abbattere tutte le barriere architettoniche possibili, sia per rendere più agevoli i collegamenti verticali all’interno della struttura.

Sono stati completamente adeguati e rinnovati gli spazi della biglietteria, degli uffici e dei camerini.

Si è intervenuto in tutti gli ambienti costituenti il Teatro storico ottocentesco attraverso attente e precise operazioni di restauro scientifico ivi compresi tutti i restauri pittorici delle superfici decorate della volta e delle pareti di sala e del ridotto e dagli elementi d’arredo degli ambienti. L’intero complesso è stato interessato da interventi di restauro e di riassetto funzionale con rinnovate dotazioni impiantistiche termo idrauliche-aerauliche, meccaniche, elettriche ed elettroniche caratterizzate dall’applicazione delle tecnologie più avanzate della “domotica” e dei sistemi di “building automation”, ampiamente collaudate ed applicate in strutture teatrali analoghe, “governate” nella loro complessità da appositi sistemi di gestione e controllo automatizzati prossimi e remoti.

La “macchina scenica” del palcoscenico e le dotazioni ed apparati e arredi di scena sono stati integralmente adeguati e rinnovati nel rispetto dei caratteri storico-artistici ed architettonici dell’edificio.

 

L’intervento, tecnicamente complesso e articolato in più fasi coordinate tra loro, ha portato ad ottenere un’integrale ridefinizione distributiva, funzionale e impiantistica degli spazi architettonici. Il progetto ha rimodulato i collegamenti verticali, orizzontali e i percorsi con l’introduzione di un nuovo elemento architettonico, in metallo e vetro. Sono state consolidate tutte le volte, le coperture, le strutture lignee, i palchetti e la galleria, e realizzate le opere necessarie all’abbattimento delle barriere architettoniche. Ampi spazi tecnici, contenenti i più innovativi impianti meccanici, di riscaldamento e climatizzazione, elettrici e speciali, sono stati ricavati scavando in profondità al disotto della biglietteria e parte del cortile. Gli impianti aeraulici sono stati collocati in sottotetto. Le protezioni attive e passive contro l’incendio sono state integralmente riviste e adeguate ai canoni normativi vigenti. Sia il corpo del teatro storico che le parti più recenti del complesso sono ora attraversati da un fittissimo reticolo impiantistico, non visibile, che innerva l’intera struttura rendendola un organismo vitale e dinamico, nel totale rispetto dei valori artistici e architettonici del luogo. Il sistema viene gestito integralmente anche in remoto, attraverso le più attuali applicazioni di domotica, tramite “supervisione” dal vano regia. L’intervento è stato completato dal restauro delle superfici decorate e degli elementi architettonici, tutti di rilevante interesse artistico. L’arredo di Sala, del Ridotto e di tutti i restanti ambienti ha concluso l’opera. L’intervento di restauro dota lo “Stignani” di una sofisticata e ben’ equipaggiata macchina scenica comprendente anche strutture mobili [le “americane”] in qualità e numero tali da renderlo uno dei più efficienti teatri della zona. Tecnologicamente d’avanguardia è la sala regia dalla quale è possibile calibrare luci e temperature, gestendo allarmi e controllando le vie di fuga tramite telecamere. Costituisce assoluta novità l’impianto in alta definizione [H.D.] collegato a dispositivi in grado di registrare ed inviare in diretta le immagini riprese dalla Sala allo schermo del Ridotto. L’apparecchiatura fornisce il segnale anche alla rete informatica esterna, con la possibilità di trasmettere particolari avvenimenti in tutta la città.

bottom of page