
progettazione architettonica, ingegneria edile, pianificazione territoriale e urbanistica
Architettura dal1974
Cenni storici
La chiesa di San Giacomo, restaurata agli inizi del ‘700 ed ampliata sul lato della facciata verso la via Emilia con due nuove cappelle nel 1762 (in luogo del preesistente portico) fu distrutta in gran parte dai tedeschi che la minarono fuggendo da Imola nel 1945. La navata è unica con quattro cappelle laterali e il presbiterio rialzato di un gradino rispetto all’aula, con abside rettangolare dietro l’altare maggiore. L’aula è coperta da volte a crociera, impostate su archi a tutto sesto sull’aula e sulle cappelle laterali, e da volte a botte che si susseguono, ordite con mattoni accostati “di piatto”. La sovrastante struttura del tetto, rifatta nel 2° dopoguerra a seguito degli ingenti danni inferti alla chiesa dai tedeschi in fuga nel ‘45, è portata da capriate lignee, arcarecci e tavelloni in cotto con manto di copertura in coppi canale di laterizio. A partire dall’ingresso affacciato sulla via Emilia la copertura della navata presenta: una prima volta a crociera con due cappelle laterali con altari, seguita da una volta a botte tagliata da due unghie, una cieca a Ovest, una con finestrone a Est. Segue una seconda volta a crociera con le due ulteriori cappelle ai lati con altari, e una ulteriore volta a botte, tagliata anch’essa da due unghie ai lati con finestroni. L’arco trionfale inquadra il piccolo presbiterio anch’esso coperto da una prima volta a botte alla quale segue una piccola crociera; sulla parete di fondo un occhio circolare si apre a nord mentre un grande finestrone sulla facciata illumina l’ambiente da Sud. Un piccolo campaniletto affianca il presbiterio sul lato ovest. A seguito delle scosse telluriche della notte tra il 14 e il 15/09/03 nelle volte di copertura descritte si sono evidenziate e manifestate in maniera marcata lesioni, crepe e vistose “setolature”. In modo particolare una marcata lesione interessò l’arco sulla seconda cappella di destra; questa, partendo dall’ imposta sul pilastro, giungeva fino in chiave e qui attraversava ortogonalmente l’arco stesso estendendosi e diramandosi sulla crociera fino alla sommità della volta, lungo i giunti tra i mattoni posti “di piatto”, interessando gran parte della superficie della volta. Le sconnessioni descritte sono di entità e diffusione tali da aver indotto una alterazione nella geometria stessa della superficie intradossale della porzione di volta. Un’altra lesione “scomposta in più rami” di entità analoga interessò la seconda volta a botte, vicina alla precedente e vicina all’altare maggiore. Essa partiva dalla base Nord-Ovest dell’unghia e si estende in diagonale per i ¾ della volta insieme ad altre due fessurazioni parallele ed un’altra ortogonale all’arco. Altre lesioni marcate in modi ed entità diversi nelle volte si rilevano: in corrispondenza dell’innesto tra facciata interna e la prima volta, dell’imposta della prima crociera e il secondo arco sulla navata, dell’imposta della prima volta a botte e il terzo arco sulla navata, dell’arco sul presbiterio in corrispondenza dell’altare, della piccola crociera sul presbiterio lato ovest, più altre sparse di minore entità. Sulla facciata interna e sui primi due pilastri di sinistra, ai lati della prima cappella di sinistra, si individuarono inoltre piccole lesioni sulle strutture verticali. Si è reso quindi necessario ed urgente un intervento di restauro e consolidamento degli elementi murari delle volte, delle parti circostanti intonacate e tinteggiate e del campanile della chiesa, gravemente danneggiato e parzialmente crollato. Buona parte del tetto del campaniletto era scivolata dalla sua sede assieme al cornicione portando in vista i materiali incoerenti di cui era costituito il “riempimento” posto al disopra della volta a portare i manti in coppo canale. La struttura muraria delle pareti in mattoni si presentava profondamente “scarnificata” dal tempo, dalle intemperie, dal vento e dal gelo-disgelo, tanto da presentare profonde fessure in corrispondenza dei giunti tra mattoni e mattoni, in alcuni casi appena “tenuti” da ciò che restava delle malte di costruzione.
L’intervento di Restauro e consolidamento di Volte e Campanile [Lotto 1]
Trattasi di “Interventi di ripristino in condizioni di sicurezza e di miglioramento sismico degli edifici e delle infrastrutture di proprietà pubblica e di fruizione pubblica danneggiati dalla crisi sismica del settembre 2003 nella provincia di Bologna, ricompresi nel piano di cui all'art. 1 dell'OPCM 3359 del 14.05.2004.” Decreto del Presidente della Giunta Provinciale P.G. n. 205459 del 24.08.2004. Pratica P.G. n. 9189 in data 14/01/2005, fascicolo: 11.5.6/42/2005.
Il progetto ha previsto: l’esecuzione di idonei ponteggi metallici per la formazione di piani di lavoro ed a protezione delle zone sottostanti, la stuccatura preliminare di contenimento delle fessure delle murature sotto livello con malta a base di calce e sabbia fine di fiume, iniezioni a bassa pressione di resina epossidica bicomponente entro le fessurazioni ad “intasamento” dei vuoti prodottisi nella malta della tessitura muraria delle volte a seguito delle fessurazioni stesse , il ritocco delle tinteggiature delle parti innanzi stuccate, il consolidamento delle superfici ammalorate e degli intonaci de-coesi con resina acrilica, la tinteggiatura delle superfici trattate e di quelle adiacenti. Per le volte con depressioni intradossali si è ritenuto indispensabile procedere con l’inserimento di presidi con nastri di FRP all’intradosso e la contemporanea rasatura estradossale con intonaci strutturali a base cementizia. Poiché il vano “sottotetto” risultava inaccessibile dall’interno, per effettuare i lavori all’estradosso della volta si è scelto di operare dal tetto, rimuovendo parte del manto e dei tavelloni utilizzando un ponteggio sulla parete esterna lato Est della chiesa. Successivamente si è provveduto al “ripasso” generale del manto di copertura, con messa in opera di strato impermeabile, recuperando tutti i coppi vecchi reimpiegabili, rimessi in opera nello strato superiore in vista integrati con coppi vecchi di recupero, ponendo nello strato inferiore coppi canale nuovi. Gli intonaci della Parete esterna Est sono stati completamente rifatti, con l’uso di calce idraulica tipo “Cave di San Romedio” ad effetto osmotico e successiva tinteggiatura. Per il recupero del Campanile, gravemente danneggiato, il progetto ha previsto di: realizzare i ponteggi necessari per i lavori in quota, recuperare i mattoni caduti nel crollo riutilizzabili, rimuovere per parti il manto di copertura del campaniletto, ripristinare la tessitura del cornicione crollato integrando il materiale frantumato non recuperabile con mattoni antichi di recupero, eliminare i materiali incoerenti di riempimento rinvenuti, ricostituire i piani di sotto-manto con soletta-caldana con aggregati alleggeriti , ricollocare in opera , per parti, il manto di copertura con reintegrazione dei coppi mancanti attraverso l’uso di coppi vecchi di recupero. Il coronamento del cornicione ed tutto il paramento murario sono stati puliti dalle macchie e croste nere presenti con apposito idro-lavaggio e rifiniti con successiva stuccatura dei giunti tra i mattoni in leggero sottolivello; la stuccatura, realizzata, con l’uso di calce idraulica tipo “Cave di San Romedio” ad effetto osmotico, non è stata stilata a ferro ma rifinita a straccio e ripulita a spugna e spazzola di saggina.
Interventi di Restauro della Facciata della Chiesa e adeguamento degli impianti [Lotto2]
Descrizione dello stato di conservazione della facciata. L’analisi delle forme di alterazione rilevate della facciata della chiesa di San Giacomo mostrava in maniera macroscopica come la causa principale del deterioramento fosse da attribuire ad un considerevole presenza di umidità di risalita che ammalorava buona parte degli intonaci e della tinteggiatura della porzione inferiore della facciata provocando fenomeni di rigonfiamento, distacco e alterazione cromatica molto diffusi. Non era da meno il cattivo stato di conservazione delle bandinelle in rame presenti e la mancata presenza delle stesse in alcune parti sommitali; questo provocò fenomeni di umidità superficiale diffusa specialmente nella parte superiore della facciata. Agenti atmosferici quali pioggia, neve, nebbia, gelo-disgelo e azioni di dilavamento hanno indotto sul manufatto gravi danni al paramento murario e alla consistenza stessa dei materiali di finitura quali intonaci e tinte con conseguenti macroscopici fenomeni di alterazione cromatica. La presenza di vegetazione a ridosso del bancale del finestrone di facciata denotava la presenza di terriccio e di sostanze biologiche che ne favoriscono la crescita. L’intervento ha previsto pertanto: l’eliminazione delle superfetazioni di intonaco in cemento, l’eliminazione della macroflora e disinfestazione da alghe, muschi e licheni, operazioni di deumidificazione del paramento murario, la revisione e ripristino degli intonaci attraverso l’applicazione di malta di calce osmotica tipo “cava S. Romedio”, la tinteggiatura delle superfici (tinte ai silicati di potassio) trattate e di quelle adiacenti, la sostituzione e integrazione delle bandinelle in rame e il restauro del portone in legno. Descrizione dello stato degli impianti elettrici e di riscaldamento pre-intervento. Gli impianti elettrici, realizzati nel dopoguerra e rimaneggiati nel tempo erano totalmente inadeguati: Le linee erano costituite da piattina, cavo a mono e doppio isolamento, collocate in vista nelle dorsali e nelle montanti, solo piccole porzioni sono sotto traccia. L’impianto di riscaldamento non era idoneo al riscaldamento degli ambienti al fine di un adeguato benessere termo-igrometrico; fu infatti realizzato decine di anni addietro e “rabberciato alla meglio” di volta in volta. L’intervento ha previsto pertanto: la rimozione degli impianti esistenti e di tutte le adduzioni e alimentazioni elettriche e termoidrauliche, delle 2 caldaie e dei quadri elettrici esistenti; il rifacimento degli impianti stessi con l’utilizzo di tecnologie attuali, a norma di legge e adeguatamente dimensionati ai volumi da riscaldare e alle dispersioni termiche calcolate. Sono state installate di due nuove caldaie ad alto rendimento e ventil-convettori, silenziosi e di design (semplice e adeguato agli ambienti). Per la messa in opera sotto-pavimento delle dorsali impiantistiche si è provveduto allo smontaggio e rimozione accurata della pavimentazione esistente (di epoca post-bellica) lungo le pareti perimetrali per una larghezza di circa cm. 30 dalle murature perimetrali. Successivamente sono state rimesse in opera le piastrelle esagonali in precedenza rimosse, e ripulite tramite lucidatura-levigatura a spazzola rotante del pavimento di: aula, altare maggiore e cappelle laterali. Infine si è provveduto alla tinteggiatura a calce di tutte le pareti laterali.
Progetto per il recupero de “La Casaccia” [Lotto 3] - in corso
La chiesa e la canonica di San Giacomo subirono gravi danni e crolli in conseguenza degli eventi bellici del 1944-45. Il grave danneggiamento interessò anche la porzione di edificio oggetto dell’intervento [Lotto 3] che prospettava entro il cortile interno. Il piccolo “edificietto”, che prospettava entro la corte, pur essendo rimasto in piedi, minacciava di crollare a causa dei gravi danni subiti. Venne pertanto “rabberciato alla meglio” con mattoni pieni che rimasero al grezzo. La copertura e il solaio in legno del P.1° furono riparati alla meglio come le lattonerie e i serramenti. Quanto resta oggi ha ben poco a che vedere con quello che era la piccola costruzione anteguerra, come peraltro l’intero complesso della CANONICA nel suo “corpo principale”, in quanto esso fu oggetto di una integrale ricostruzione post bellica che, per quanto riguarda le facciate prospettanti sulla piazza Abate Ferri e Via Giuseppe Verdi, potremmo definire “in stile”. La piccola costruzione oggetto d’intervento, anch’essa sotto vincolo di tutela, non presenta in se alcun carattere storico-artistico-testimoniale. Gli unici elementi del piccolo edificio che possono rivestire un “interesse” di qualche natura sono rappresentati dal sedime e dalle linee di gronda e di colmo corrispondenti alla costruzione ante-guerra. Il progetto prevede un riordino e una valorizzazione formale, compositiva e generale delle geometrie della facciata dell’edificio, con inserimento di aperture adeguate anche alle esigenze illumino-ventilanti degli ambienti interni e un suo “ridisegno” in grado di valorizzare anche gli altri tre prospetti interni che si affacciano sulla corte, elemento questo sì d’interesse. Nello specifico: STRUTTURE VERTICALI E FONDAZIONI. Le strutture verticali sono in muratura di laterizio legata a calce; presentano cavillature e lesioni diffuse. La fondazione in conglomerato di calce, sasso di fiume e laterizi. Il progetto prevede il consolidamento statico e il ripristino tramite anche interventi di “cuci –scuci” e stuccature localizzate nelle parti degradate delle murature con il collegamento delle fondazioni tramite elementi in c.a. di confinamento. STRUTTURE ORIZZONTALI. Il solaio in legno del piano primo è composto da orditura primaria e secondaria di travi e travicelli con sovrastanti tavolati. La porzione di tavolato tra i travicelli è ricoperta all’intradosso, da superficie in arellato e gesso tinteggiato. Il solaio si presenta in uno stato di conservazione notevolmente precario con crolli e mancanze di intere porzioni del solaio stesso. Sono presenti, inoltre, evidenti e diffusi avvallamenti del piano di pavimentazione. Il progetto prevede il rifacimento del solaio in legno con l’utilizzo di orditura primaria e secondaria in legno, doppio tavolato incrociato, massetto impianti e di livellamento per la posa della pavimentazione sovrastante. SCALE. Il collegamento verticale (scala) risulta mancante a causa degli eventi bellici. Il progetto prevede il ripristino del collegamento verticale dal P.T. al P.1° (ora assente), coperto - aperto, indipendente strutturalmente dall’ edificio esistente e separato da questo tramite giunto sismico. Esso è costituito da una scala in acciaio dotata di copertura leggera, manto in lamiera metallica goffrata e protezione verticale anti-caduta in rete metallica “stirata”. COPERTURE. La struttura di copertura è in legno e costituita da capriate, travi principali, travicelli e tavelloni in laterizio. E’ in stato di conservazione fisica precario e presenta diffuse fessurazioni, deformazioni e avvallamenti del piano di posa dei manti. Il soffitto orizzontale sul piano primo al di sotto della struttura lignea di copertura era in arellato su travicelli (alcuni risultano ancora in opera). Questo risulta completamente crollato. Il progetto propone la sostituzione della struttura di copertura con nuova struttura in legno costituito da orditura primaria, secondaria e nuovo doppio tavolato incrociato di irrigidimento a sostituzione dell'attuale tavellonato e dell'orditura sottostante in travicelli, con recupero delle capriate. Si prevede di lasciare a vista la struttura della copertura in legno così realizzata. I manti di copertura sono in coppi canale deteriorati. Il progetto propone il rifacimento del manto di copertura con posa di coppi nuovi nello strato inferiore e antichi e di recupero nello strato superiore, realizzazione di ventilazione “sotto-tegola”, inserimento di idonea guaina impermeabile traspirante, strato di isolamento termico su doppio tavolato. Si prevede la sostituzione completa delle lattonerie esistenti con nuove lattonerie in rame. CHIUSURE ESTERNE. Gli infissi interni ed esterni in legno risultano mancanti o, in pessimo stato di conservazione e non recuperabili. Il progetto prevede la sostituzione degli stessi con nuovi infissi interni ed esterni in legno verniciato ad alta efficienza energetica, con vetrazioni basso-emissive. PAVIMENTI INTERNI. I pavimenti sono così costituiti: piano terra - resti di mattonelle in cotto posate con poco materiale magro, sul terreno privo di vespaio; piano primo - mattonelle in cotto posate su sottofondo massetto magro di sabbia e calce su tavolato. Lo stato di conservazione è estremamente carente, con avvallamenti profondi del piano di calpestio al piano primo per deformazione dei solai; ampie parti staccate con frequenti rotture delle mattonelle oltre alle parti mancanti a causa di crolli; lo stato di conservazione è pessimo. Il progetto ne prevede la sostituzione con nuove mattonelle in cotto, applicazione dello stesso formato e schema di posa attuale, tipo "Manetti Cusmano" previa rimozione del pavimento esistente e relativi sottofondi, messa in opera delle nuove reti impiantistiche termoidrauliche elettriche e speciali (con impianto domotico per la gestione in remoto), con preventiva posa sottostante di adeguati isolamenti e impermeabilizzazioni nelle situazioni contro-terra e l’installazione di impianto di riscaldamento a pavimento.